Da piccolo mio nonno mi portava spesso con sé nei boschi e in campagna cercando di trasmettermi il suo amore per la natura e per ciò che faceva.
Era un falegname e nel tempo libero dava spazio alla sua grande passione: le api.
Ne aveva solo poche famiglie che davano però un miele eccezionale frutto di fioriture oggi ormai quasi scomparse.
Sono cresciuto senza troppo interesse per queste attività e pochi anni fa, per puro caso, mi è capitato di leggere un libro di un professore di zoologia, Karl von Frisch, che nel 1973 ha ricevuto il premio Nobel per aver scoperto il significato della “danza” delle api.
La curiosità e la voglia provare mi hanno spinto ad approfondire le mie conoscenze e poi, ben presto, a diventare apicoltore facendo riemergere una passione rimasta sopita per decenni.
Curare le api oggi è un misto di grandi entusiasmi e grandi delusioni ma è soprattutto una vera e propria sfida contro minacce nascoste e invisibili come malattie, inquinamento e cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio la vita stessa di questi straordinari insetti.
L’apicoltura che porto avanti così come le altre coltivazioni sono biologiche certificate. Ho piantato frutta di varietà antiche e curato la ricchezza in termini di biodiversità dei piccoli appezzamenti che coltivo.
Come insegnante sono convinto che questo lavoro avrebbe poco valore se non fosse svolto anche con finalità educative.
Queste attività offrono infatti importanti spunti per la componente didattico-culturale del nostro progetto.
Abbiamo già pubblicato due libri per l’infanzia con storie e illustrazioni sul mondo delle api e la nostra idea è di scriverne altri e farne degli strumenti per spiegare, soprattutto ai bambini, il fantastico mondo delle api e della natura in generale.
Un modo per unire il mio lavoro e la mia passione in una cosa sola.